Faenza, una bella città romagnola
Visitando la Città di Faenza, in Provincia di Ravenna, situata nel cuore della Romagna da cui eredita tradizioni e costumi
La città di Faenza era già ricca di arte e storia sin dai tempi del medioevo quando era contesa tra guelfi e ghibellini
I
l nome della città risale all'epoca degli antichi romani che la chiamarono Faventia, ovvero favorita degli dei, un toponimo tra i più promettenti.
Faenza era in effetti una città molto importante, tanto per i Romani quanto per gli Etruschi che li precedettero, in virtù della sua posizione centrale sulla Via Emilia, dei terreni particolarmente fertili e della produzione di ceramiche, famose da sempre.
La fama di Faenza si mantenne grande nel Medioevo, quando la città del ravennate divenne Libero Comune, in un primo tempo fra i più fedeli all'Imperatore Barbarossa ed in seguito tra i maggiori avversari partecipando alla Lega Lombarda.
Assediata dall'esercito imperiale, consegnata a potenti famiglie e riconquistata dall'Imperatore, la città continuò durante il Medioevo ad essere contesa tra guelfi e ghibellini, fino all'affermazione dei Manfredi nel Trecento.
Molte città italiane legano la propria fama ad una famiglia e a Faenza furono i Manfredi a dare un impulso determinante al suo sviluppo disegnandone il volto con la costruzione di celebri opere, come la Cattedrale e il Palazzo del Popolo che contribuiscono al fascino delle due famose piazze.
La famosa famiglia guelfa governò su Faenza tra il Medioevo ed il Rinascimento, per quasi due secoli prima dell'avvento di Cesare Borgia che la conquistò nel 1500 governandola per soli tre anni, dal momento che la fortuna smise di sorridere al Valentino alla morte di suo padre Papa Alessandro VI.
Dopo Cesare Borgia, Faenza venne conquistata dai Veneziani e quindi fu inglobata nei possedimenti dello Stato della Chiesa per quasi tre secoli, fino all'invasione da parte dei Francesi nel 1796.
Durante il Regno Pontificio Faenza conobbe periodi d'intenso fervore artistico, in particolare nel Settecento quando fu una delle capitali del neoclassicismo, oltre a continuare a brillare per la produzione di raffinate ceramiche.
La città romagnola conquistata dall'esercito Napoleonico alla fine del XVIII secolo tornò quindi sotto il controllo del Papa in seguito alla Restaurazione, appartenendo alla Chiesa fino all'unificazione italiana del 1860.
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